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Il rischio elettrico


Il rischio elettrico

Scopri cosa si intende con Rischio elettrico: le misure di prevenzione necessarie e l'importanza della formazione per garantire la sicurezza dei lavoratori.

 

Il rischio elettrico rappresenta una preoccupazione significativa per molti settori lavorativi, data l'elevata mortalità associata agli incidenti di natura elettrica, rispetto ad altri tipi di infortuni. 

Il quadro normativo italiano, in particolare il Decreto Legislativo 81/2008, dedica specifiche disposizioni per affrontare questa problematica e impone ai datori di lavoro l'adozione di adeguate misure di prevenzione e protezione. 

In questo articolo approfondiamo in dettaglio cosa si intende per rischio elettrico, come può manifestarsi, quali sono i rischi connessi e quali sono le principali strategie di prevenzione da adottare per tutelare la sicurezza dei lavoratori.

 

Cos'è il rischio elttrico

Il rischio elettrico è definito come la probabilità di subire effetti dannosi derivanti da contatti accidentali con elementi in tensione - diretti o indiretti - oppure da archi elettrici. 

Secondo la definizione fornita dal Testo Unico sulla Sicurezza, il rischio elettrico "deriva dal contatto diretto o indiretto con una parte attiva e non protetta di un impianto elettrico, così come il rischio d'incendio o esplosione derivanti dal pessimo stato di manutenzione o dall'imperizia nell'impiego di impianti e strumentazione".

Pertanto, il rischio elettrico può riguardare diverse categorie di lavoratori:

  • Utenti generici - Soggetti che utilizzano occasionalmente attrezzature o impianti elettrici all'interno dell'azienda.

  • Operatori elettrici - Lavoratori la cui mansione prevede interventi diretti su impianti o apparecchiature elettriche, con accesso a parti attive.

  • Lavoratori in prossimità di impianti elettrici - Addetti che svolgono attività nei pressi di linee o installazioni elettriche, anche senza intervenire direttamente su di esse.

 

Normativa di Riferimento

La disciplina del rischio elettrico in ambito lavorativo si basa principalmente su due pilastri normativi:

  1. D. Lgs. 81/2008 - Testo Unico sulla Sicurezza: dedica il Capo III del Titolo III alle disposizioni in materia di rischio elettrico, definendo obblighi, requisiti di sicurezza e figure professionali.

  1. Norma CEI 11-27: regola lo svolgimento dei lavori elettrici, introducendo le definizioni di Persona Esperta - PES - Persona Avvertita - PAV - e Persona Idonea - PEI - oltre a specifiche procedure operative.

 

Tali riferimenti normativi, insieme ad altri documenti tecnici come il D.Lgs. 37/2008, costituiscono il quadro giuridico e regolamentare di riferimento per la gestione del rischio elettrico nei luoghi di lavoro.

 

Come si può manifestare il rischio elettrico

Il rischio elettrico può manifestarsi attraverso diverse modalità di contatto:

  1. Contatto diretto: avviene quando il lavoratore entra in contatto con una parte normalmente in tensione, come un cavo privo di isolamento.

  2. Contatto indiretto: si verifica quando il lavoratore tocca una parte dell'impianto che, in seguito a un guasto, è andata in tensione.

  3. Arco elettrico: causato dalla differenza di potenziale tra due punti dell'impianto, che genera una scarica elettrica in aria.

 

Inoltre, il rischio elettrico può dar luogo a incendi ed esplosioni, dovuti a cortocircuiti, sovraccarichi o malfunzionamenti degli impianti.

 

 

Quali sono i rischi di natura elettrica

Di seguito trovi un elenco dei principali rischi connessi all'esposizione al rischio elettrico.

  • Folgorazione o elettrocuzione - il passaggio di corrente attraverso il corpo umano può provocare danni gravi come tetanizzazione, arresto respiratorio, fibrillazione ventricolare e ustioni.

  • Incendi - causati da anomalie, cortocircuiti o sovraccarichi degli impianti elettrici.

  • Esplosioni - legate all'installazione di impianti elettrici in ambienti a rischio di esplosione, come industrie chimiche o raffinerie.

 

La gravità degli effetti dipende dall'intensità e dalla durata del contatto con la corrente elettrica.

 

Come si valuta il rischio elettrico

La valutazione del rischio elettrico è un adempimento fondamentale a carico del datore di lavoro, come previsto dall'Articolo 80 del D.Lgs. 81/2008, e deve tenere conto di diversi fattori:

  • fonti di rischio primarie - impianti, apparecchiature e attrezzature elettriche presenti;

  • condizioni specifiche del luogo di lavoro - caratteristiche ambientali e logistiche;

  • caratteristiche dei processi lavorativi - attività svolte e relative modalità operative.

 

La valutazione deve essere effettuata in modo dettagliato e aggiornata periodicamente, in funzione di eventuali modifiche dei processi o dell'organizzazione aziendale.

 

Quali sono le misure di prevenzione per il rischio elettrico

Per prevenire e gestire il rischio elettrico, il datore di lavoro deve adottare una serie di misure.

  • Controllare la conformità degli impianti e delle attrezzature, verificando periodicamente lo stato di manutenzione e della rispondenza alle norme tecniche.

  • Fornire i Dispositivi di Protezione Collettiva - interruttori differenziali, barriere fisiche, segnaletica di sicurezza.

  • Fornire i Dispositivi di Protezione Individuale - guanti, calzature e altri DPI specifici per il rischio elettrico.

  • Formare e informare i lavoratori tramite corsi di addestramento specifici per figure come PES, PAV e PEI.

  • Adottare delle procedure di lavoro sicure per l'esecuzione di interventi su impianti elettrici, in base alla normativa CEI 11-27.

 

Tali misure devono essere costantemente monitorate e aggiornate per garantire la massima tutela della sicurezza.

 

 

L’importanza della formazione

La formazione e l'addestramento dei lavoratori rivestono un ruolo cruciale nella prevenzione del rischio elettrico.

I corsi specifici, tenuti da personale qualificato, devono trasmettere ai partecipanti le conoscenze teoriche, le abilità pratiche e le capacità organizzative necessarie per svolgere in sicurezza le attività lavorative a rischio elettrico.

Il datore di lavoro ha l'obbligo di garantire a tutti i lavoratori esposti al rischio elettrico un'adeguata formazione, al fine di assicurare il pieno rispetto delle norme di sicurezza e prevenire incidenti gravi o fatali.

In particolare, la normativa CEI 11-27 definisce i requisiti formativi minimi per le diverse figure.

  • Persona Esperta - PES: in grado di eseguire lavori elettrici sotto tensione.

  • Persona Avvertita - PAV: può svolgere lavori in prossimità di parti attive.

  • Persona Idonea - PEI: esegue lavori fuori tensione e in prossimità di rischi elettrici.

 

Se vuoi saperne di più su queste tre categorie di lavoratori, ti invitiamo a leggere il nostro articolo di approfondimento dedicato.

Il processo di formazione per ottenere queste qualifiche prevede un corso di primo rilascio della durata di 16 ore, essenziale per acquisire le competenze necessarie per operare in sicurezza. 

Inoltre, la normativa prevede un corso di aggiornamento obbligatorio ogni 5 anni, della durata di 4 ore, per garantire che i lavoratori mantengano sempre aggiornate le loro conoscenze e competenze.

 

 

Il rischio elettrico rappresenta una minaccia concreta per la sicurezza e l'incolumità dei lavoratori in numerosi settori produttivi. 

Una corretta comprensione di questo fenomeno, unitamente all'adozione di adeguate misure di prevenzione e protezione, è fondamentale per tutelare la salute dei dipendenti e scongiurare gravi incidenti.




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