Etichetta derivati del pomodoro: scatta l'obbligo di indicazione dell'origine del pomodoro

Dallo scorso 26 agosto è in vigore il Decreto Interministeriale che sancisce l’obbligo dell’indicazione in etichetta dell’origine della materia prima per i prodotti derivati del pomodoro.

Sughi, concentrati, salse, polpe, conserve e passate in cui la percentuale di derivati del pomodoro supera il 50% dovranno indicare obbligatoriamente il Paese in cui il pomodoro è stato coltivato e il Paese in cui è stato trasformato.

Solo se sia la coltivazione che la trasformazione avvengono in Italia, si può utilizzare la dicitura “Origine del pomodoro: Italia”; se avvengono in Paesi diversi, può essere riportato “Paesi UE”, “Paesi NON UE” o “Paesi UE e NON UE” a seconda della provenienza. Le indicazioni sull’origine del pomodoro dovranno essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili ed inserite in etichetta in un punto ben visibile.

Sarà possibile smaltire le scorte dei prodotti che non rispettano le disposizioni del decreto interministeriale, in quanto etichettati o commercializzati prima dell’entrata in vigore del provvedimento, entro il termine di conservazione previsto in etichetta per quel prodotto.

L’etichettatura dei prodotti che include l’origine del pomodoro sarà obbligatoria almeno fino al 31 marzo 2020, finché non entreranno in vigore le nuove normative europee in materia.

Un bel traguardo per la filiera del Made in Italy del nostro Paese, che esporta questi prodotti in tutto il mondo per circa 2 miliardi di euro, qualificandosi come primo produttore dell’Unione Europea dei derivati del pomodoro.